CRISTINA TABBIA

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Cina e Taiwan - un popolo, due mondi (marzo 2002)

Chi mi conosce sa bene che adoro la Cina e tutto ciò che ha a che fare con la Cina, amore culminato nel 1999 in 2 mesi a Taiwan e nel 1998 in 2 mesi in Cina… con questo articolo vorrei descrivere le impressioni che uno straniero può avere quando entra a contatto con il mondo cinese in 2 realtà che sono tanto simili eppure tanto diverse.

PRIMO IMPATTO CINA: i primi giorni sembra di vivere su un altro pianeta e la sensazione non sparisce mai del tutto. I cinesi sono tanti e dappertutto, ma non basta; a Pechino te la puoi ancora cavare, ma altrove non ti staccano gli occhi di dosso semplicemente perché non sei "giallo"! E dopo un paio di settimane la cosa comincia a dare sui nervi. Ma non finisce qui: ti fermano per la strada con dei miseri "May I help you?" e tu pensi: ma che carino, vuole aiutarmi… NO, vuole solo fare pratica di inglese e tutti gli stranieri - si sa - sono americani, per cui… E ancora, i cinesi sputano sempre e ovunque: per strada (poco male, se sei abbastanza veloce da schivarli), dai finestrini di taxi e autobus (un po' più pericoloso per l'incauto pedone) e nei ristoranti (basta non girarsi a guardare). E infine I CESSI! Sì, perché non si possono chiamare in altro modo, sono proprio dei cessi. Negli alberghi ancora ancora ci si salva, sembra quasi di essere a casa, ma appena ci si avventura al di fuori dei "luoghi per stranieri" (straniero si dice waiguoren, vi conviene impararlo, almeno sapete se parlano di voi, ma in genere usano termini meno neutri e meno carini… a meno naturalmente che sospettino che voi capiate!) la cosiddetta "stanza per lavare le mani" (traduzione letterale) diventa un vero cesso, in genere un solo buco con accanto un cestino: è per la carta igienica, altrimenti rischiereste di far intasare le tubature di un'intera città. Se siete fortunati c'è addirittura l'acqua corrente, a volte c'è lo sciacquone che non funzione, nel peggiore dei casi c'è solo il buco o una fila di buchi uno accanto all'altro, e io pensavo che i cinesi fossero timidi!

TAIWAN in confronto sembra un paese del tutto civilizzato (detto senza cattiveria), i cinesi continuano ad essere tanti e ovunque, ma per lo meno non ti fissano perché sanno bene com'è fatto un waiguoren. Sputano molto meno, anzi, oserei dire che il fenomeno è quasi assente (almeno nelle città come Taipei), non fanno di tutto per parlare inglese perché già lo devono fare per lavoro e si riescono a trovare delle toilette decenti quasi ovunque (non peggio di quelle che spesso troviamo in Italia, per lo meno), anche se a volte anche qui bisogna evitare di gettare la carta igienica nello scarico, ma in genere è scritto (se siete fortunati è scritto addirittura in inglese!).
A prima vista sembra un paradiso, l'illusione è aiutata dal fatto che ovunque (autobus compresi) d'estate c'è l'aria condizionata, mentre in Cina al massimo si trovano dei ventilatori e vi assicuro che il tasso di umidità del luogo è a dir poco insopportabile. Ed è un paradiso, ma sembra di vivere in occidente, al che si vedono ondate di turisti alla ricerca della vera Cina, che però per molte persone è solo un ricordo. Sì, il cibo è come quello VERO cinese (e non parlo di ristoranti cinesi in Italia), ma ci sono anche tutti i ristoranti possibili e immaginabili (italiani, tedeschi, tailandesi, coreani, giapponesi, messicani…). Se però volete assaporare la vera Cina vi consiglio i Night Market (che definirei piuttosto mercati serali che notturni, dato che aprono alle 6 e chiudono a mezzanotte al massimo), bancarelle assiepate l'una sull'altra con cibo squisito a prezzi stracciati. O se siete in vena di un tour culturale, il National Palace Museum, che contiene la più grande raccolta di opere d'arte cinesi al mondo.
E poi sono talmente tante le cose che rendono uguali taiwanesi e cinesi continentali (come li chiamano qui), cose che sfuggono all'occhio del turista, ma che sono ben note invece a chi fa affari in Asia. I cinesi non vanno mai dritti al punto, non pretendete di avere un'offerta sicura e definitiva il primo giorno di una trattativa, gli argomenti vengono sempre presi molto alla larga (a meno che chi avete di fronte sappia come trattare con gli stranieri, ma questo potrebbe succedere solo a Taiwan, mai in Cina!). Se poi volete fare affari con un cinese, preparatevi a innumerevoli brindisi e non rifiutate, potrebbero offendersi e mandare all'aria l'affare.
Certo, si corre il rischio di incomprensioni anche quando entrambe le parti sanno troppo della cultura dell'altro. Allora lo straniero che SA dirà di no all'offerta di un bicchiere di Coca Cola anche se sta morendo di sete, perché bisogna sempre rifiutare le prime offerte per non sembrare scortesi o ingordi… ma il cinese purtroppo sa che quando uno straniero dice no, è davvero no e non insiste - cosa che invece noi ci aspetteremmo. Al che noi ci teniamo la sete e malediciamo tutte le guide tascabili lette per conoscere usi e costumi di un paese così lontano!

Tutto sommato però la Cina ci piace, nel senso che per molti di noi è un ottimo diversivo: trascorrere delle vacanze alternative in un posto così diverso e lontano sa di esotico e tutto ciò che è esotico in fondo ci attrae. Pochi però - a parte la sottoscritta e pochi altri pazzi - sarebbero così fuori di testa da pensare di vivere in Asia a lungo. Ma "per sempre" sarebbe troppo, pochissimi infatti arrivano mai ad accettare di essere sempre considerati degli stranieri; non penso che io ci riuscirei mai, anche se so bene che qui non ci sarebbe via di scampo: un europeo non potrà mai sembrare cinese, per quanto bene impari la lingua…
E il bello è che il fascino dell'oriente rimane, è come una malia gettata… chissà, magari da un prete taoista!


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