CRISTINA TABBIA

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Il Taoismo: un mistero affascinante (marzo 1998)

Quello che cercherò di fare in questo articolo non è di spiegare l'essenza del Taoismo, non sarebbe possibile farlo senza troppe complicate digressioni filosofico-culturali e per di più io non sarei in grado di portare a termine un compito così ambizioso. Inoltre se secoli di cultura orientale non hanno dato una spiegazione chiara e priva di dubbi, come potrei pretendere di farlo io? Quello che mi propongo invece è di richiamare la vostra attenzione su una parte della cultura orientale - cinese in particolare - che non è molto conosciuta. Quando si parla di religione cinese si pensa a tutte le religioni accolte di volta in volta dalla popolazione di questo immenso paese: buddismo, islam, giudaismo, cristianesimo e anche induismo. Tutti abbiamo una vaga idea di cosa si tratti, ma pochi prestano attenzione alla vera religione dei cinesi, che ha preceduto tutte queste e le ha modificate, per poterle meglio accogliere all'interno di quel complesso mondo culturale che è la Cina. È infatti questo pensiero che ha permesso di trasformare il buddismo indiano in un sistema molto diverso: il Ch'an, che altro non è se non lo Zen giapponese, di cui tutti abbiamo sentito parlare, senza conoscerne la vera origine.
Il mio tema dunque: non è facile dare in poche righe una definizione di cosa sia esattamente il Taoismo... Potremmo dire che si tratta di una speciale cooperazione dell'uomo con il corso della natura. Mi rendo conto che non si tratta di una definizione particolarmente chiara o specifica, ma il problema è proprio questo, il Tao non si può specificare, come tutti gli appassionati di questa filosofia / religione sanno: "Il Tao che può essere nominato non è il Tao eterno. Il nome che può essere nominato non è il nome eterno. Si può sperimentare il Tao senza parole e lo si può conoscere senza che abbia un nome" (sono queste le prime parole del Taoteching ).
Cos'è dunque il Tao? Mi sembra evidente - data la premessa appena fatta - che non troverete qui la risposta in grado di eliminare tutti i vostri dubbi, i risultati possono essere due: potreste annoiarvi perché amate la precisione e la chiarezza, oppure potreste fare ciò che ho fatto io: appassionarvi all'argomento proprio perché è misterioso. Il Tao è l'insegnamento senza parole... e questo richiama certo quello che tutti noi sappiamo della cultura cinese: proverbi e aforismi che vogliono dire tutto e non vogliono dire nulla, perché "il vero non si esprime né con le parole né col silenzio. La discussione più elevata li ignora entrambi. Il discorso del saggio è come il mormorio di un ruscello".
Il Tao è la radice di tutte le cose, ed è per questo che non può essere espresso a parole, esso infatti esiste prima dell'essere, è ciò mediante il quale le cose vengono create. A differenza delle cose, che sono in eterno divenire, in eterno cambiamento, il Tao è eterno e permanente. Ed è qui che si colloca l'insegnamento che tutti noi in parte conosciamo: la riunione degli opposti, di Yin e Yang (il principio femminile e quello maschile, il buio e la luce). Ogni cosa che raggiunge il suo estremo muta nel suo opposto. Qui incontriamo quelli che a noi occidentali possono sembrare dei paradossi: per giungere ad un fine bisogna cessare di desiderarlo. Se non si agisce in modo artificioso e contrastante con il naturale corso degli eventi, allora, senza fare nulla, tutto sarà fatto (questa la "traduzione" del principio cinese wuwei ). Potrebbe sembrare un atteggiamento passivo e forse anche negativo, in realtà è estremamente vitale. Il male infatti viene proprio dalle troppe cose che facciamo, che sono forzature e imposizioni. Lo scopo del Taoismo è preservare la vita evitando i pericoli insiti nell'azione, con una vita serena è possibile raggiungere la longevità.
Il maggiore interesse dei saggi taoisti è rivolto alla natura. Il Tao dunque non è un qualcosa di prettamente spirituale. Nulla nel Taoismo si basa su una rivelazione divina, l'insegnamento taoista è composto da precetti che tutti noi potremmo imparare semplicemente osservando la natura. Ed è proprio questo che rende tanto magico il mondo taoista: la sua semplicità e insieme la sua completezza. L'unico vero precetto contenuto nelle opere dei grandi pensatori taoisti è: seguire il proprio istinto naturale, vivere in armonia con la natura, tanto da riuscire quasi ad identificarsi con essa. Infatti il saggio viene paragonato all'acqua, che beneficia di tutte le cose e non si pone in competizione con esse. L'obiettivo è la liberazione dell'individuo da tutte le costrizioni morali e sociali, il che però non significa affatto anarchia, si tratta di trovare un'armonia con le leggi superiori della natura, di trovare un'unità tra interiore ed esteriore fino a far sì che l'uno fluisca nell'altro senza trovare ostacoli di sorta. Tutti i mali umani sono causati dal fatto che l'uomo frantuma la realtà con il pensiero, l'intelligenza suddivide ciò che in natura non è sottoposto a frammentazioni, ma rappresenta un tutto. Quindi l'unica via possibile è quella del Tao, dell'armonia. Considerato che Tao significa anche via, strada, è ovvio che non sia possibile raggiungere il Tao una volta per tutte, bisogna incamminarsi per questa via comprendendo che tutto è uno e che ognuno appartiene al tutto. Chi è con il Tao è uno con l'universo ed è dunque eterno, perché l'universo è eterno.

Leggere libri che parlano di Taoismo non è facile, ma è affascinante, se volete approfondire l'argomento vi consiglio Il corpo taoista di Kristofer Schipper, Ubaldini Editore e i due testi fondamentali di questa filosofia, che filosofia in realtà non è: il Taoteching e il Zhuangzi (o anche Chuangtsu ). Nella traduzione italiana probabilmente questi ultimi due libri non manterranno la suggestione artistica che ha l'ideogramma cinese, che ha un forte potere evocativo proprio perché è paragonabile a un quadro in miniatura... ma non mi sono spinta neppure io a provare a leggere gli originali, vi consiglio le opere nell'edizione Adelphi.

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